Dalle carte le vite
Le storie di Scipione Treves, Guglielmo Piperno, Gino ed Eugenio Fubini Ghiron, docenti del Regio Politecnico di Torino, a cura di Cinzia Gavello
A partire dal 14 dicembre 1938, oltre al fisico Gino Sacerdote, l’ingegnere civile Franco Levi e l’ingegnere elettronico Paolo Pontecorvo, sono ufficialmente esonerati dall’insegnamento il matematico di fama internazionale Guido Fubini-Ghiron, insieme ai suoi due figli, il fisico Eugenio e l’ingegnere civile Gino, e gli ingegneri industriali Scipione Treves e Guglielmo Piperno, tutti in servizio presso il Politecnico di Torino. In particolare, questi ultimi quattro docenti al momento dell’emanazione delle leggi razziali risultano proprietari a vario titolo di beni mobili e immobili nel cuore della città di Torino.
Lo studio delle vicende legate all’applicazione delle leggi razziali e alla confisca dei beni di questi docenti in servizio presso il Politecnico consente di esplorare un aspetto specifico relativo agli effetti della persecuzione razziale, avviata già nel settembre del 1938 e poi rinforzata dai provvedimenti emanati nel 1939 e nel 1944, ovvero l’esproprio dei beni ebraici appartenenti ad alcuni dei protagonisti della cultura ingegneristica del Novecento.
L’indagine, avviata a partire dall’analisi delle carte custodite presso il Fondo Egeli e legata al progetto di ricerca “Il Politecnico di Torino e le leggi razziali in Italia (1938-1944)”, è stata svolta da Cinzia Gavello, architetto e assegnista di ricerca in storia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino e si è avvalsa di materiali d’archivio custoditi, oltre che dalla Compagnia di San Paolo, anche dal Politecnico di Torino, dall’Archivio di Stato di Torino, dall’Università di Bologna e dall’Archivio Storico del Quirinale.
La ricerca, presentata nell’ambito del progetto Dalle carte le vite della Fondazione 1563 con la pubblicazione delle storie di Eugenio e Gino Fubini Ghiron, Guglielmo Piperno e Scipione Treves, nasce quindi dalla volontà di sistematizzare parte della documentazione relativa alla carriera accademica e professionale dei docenti ebrei espulsi dal Politecnico, completando il quadro delle vicende includendo i diversi aspetti relativi all’esproprio dei beni personali che questi possiedono al momento della “svolta razzista” del regime fascista.