Discutere di poesia nella Roma tardo barocca

Alti Studi sull’Età e la Cultura del Barocco

2.5 – Claudia Tarallo 2018-06-13T14:25:59+00:00

Discutere di poesia nella Roma tardo barocca. I letterati dell’Accademia Reale di Cristina di Svezia
di Claudia Tarallo

Nel 1674 Cristina di Svezia riaprì a Palazzo Corsini alla Lungara la sua Accademia Reale, precedentemente istituita nel 1656. Alla sua corte la sovrana ammise prelati e poeti al fine di creare un consesso di eruditi in grado di esibire il suo mecenatismo culturale.

Attraverso specifici documenti, soprattutto i due manoscritti Ott. lat. 1744 e Ott. lat. 2140 della Biblioteca Apostolica Vaticana, possiamo iniziare la nostra ricognizione sulla storia e sulle caratteristiche di questa importante accademia: questi documenti non offrono però un quadro completo della situazione poiché si riferiscono a un breve segmento della storia dell’accademia. Nel ms. Ott. lat. 1744 sono conservati i testi che furono letti in accademia dal novembre 1674 al dicembre 1675; nel ms. Ott. lat. 2140 troviamo invece un’incompleta e scorretta lista di accademici del 1674, 1675 e 1679. Sappiamo che l’Accademia Reale terminò le sue riunioni all’indomani della morte della regina di Svezia, avvenuta il 19 aprile 1689: è evidente dunque che i due manoscritti vaticani documentano solo una piccola parte della storia del consesso. Esplorando carteggi inediti e altri scritti, possiamo ampliare le nostre conoscenze: in tal senso il carteggio intercorso fra Francesco Redi e Stefano Pignatelli, erudito romano e figura di spicco all’interno dell’accademia di Cristina, fornisce un valido aiuto.

Dai dati in nostro possesso, emerge il ruolo rilevante assunto dai gesuiti nel circolo della Regina di Svezia. Fin dal suo arrivo a Roma, Cristina fu in stretto contatto coi più noti esponenti della Compagnia di Gesù: Alessandro VII le pose infatti accanto il cardinale Sforza Pallavicino, le cui opere concernevano la letteratura sacra e assumevano, quale punto di riferimento stilistico e morale, Francesco Petrarca.

Per esemplificare il nuovo corso della letteratura italiana in questo scorcio di secolo, possiamo esaminare una poco nota antologia poetica allestita da Stefano Pignatelli, il quale raccolse unicamente poesie di argomento sacro e morale, evitando esplicitamente la poesia amorosa. Il suo programma letterario è di certo espressione degli interessi della regina e dei membri della sua accademia.

Guardando alla composizione dell’Accademia Reale, notiamo poi una significativa presenza di fiorentini, segno del grande apprezzamento che la regina manifestò sempre per la cultura del Granducato e dell’interesse che la sovrana ebbe nei confronti dell’Accademia della Crusca. Per questa ragione abbiamo scelto di analizzare l’importante trattato di poetica di Benedetto Menzini intitolato Arte poetica, pubblicato nel 1688. Con quest’opera Menzini vuole approntare il manuale per il poeta classicista, partendo dall’esempio di un testo di riferimento quale è l’Ars poetica di Orazio. Egli dichiara di aver scritto il suo trattato per rispondere alle censure rivolte alla poesia italiana dal francese Nicolas Boileau con la sua Art poetique. Menzini vuole difendere la poesia italiana dalle accuse di decadenza provenienti dalla Francia, ma per fare ciò è necessario rompere qualsiasi legame con la scomoda eredità del Barocco e ripristinare un canone di autori classicista che si dovrà per questo imperniare sulle tre figure di Petrarca, Tasso e Chiabrera.

L’Accademia Reale di Cristina di Svezia è considerata unanimemente il progenitore dell’Arcadia. La relazione fra queste due importanti accademie non è però così stretta come spesso suole apparire. L’assoluta predominanza dei temi sacri e morali nella produzione letteraria dei poeti di Cristina appare piuttosto distante dalla poetica galante, musicale e preziosa promossa da Crescimbeni durante il suo lungo custodiato in Arcadia. Per questo motivo la storia dell’Accademia Reale nella Roma tardo barocca merita di essere studiata nel suo complesso e non solo come momento preliminare alla nascita della più duratura Arcadia.

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Titolo: Discutere di poesia nella Roma tardo barocca. I letterati dell’Accademia Reale di Cristina di Svezia
Autore: Claudia Tarallo
Collana: Alti Studi sull’Età e la Cultura del Barocco
Editore: Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo
Anno: 2017
Pagine: 122 pp.
Isbn: 9788899808068